La sostenibilità della Pasta
Più in generale la dieta Mediterranea ma, in particolare la pasta, è un cibo sostenibile e amico del pianeta grazie a un impatto ambientale minimo.
E’ buona e fa bene, ma non solo.
La pasta è anche un cibo sostenibile per del pianeta. Purtroppo siamo vivendo in un periodo in cui i cambiamenti climatici e le emissioni nell’aria mettono a repentaglio il futuro del globo terrestre. Dobbiamo essere consapevoli che quello che mangiamo impatta sullo stato di salute dell’ecosistema. Bastano pochi accorgimenti per rendere ancor più sostenibile il consumo di pasta e noi li abbiamo elencati.
Sono 7 semplicissimi consigli per sapere come possiamo direttamente intervenire per limitare l’impatto ambientale della pasta. Dovete sapere che durante la fase della cottura, il momento meno sostenibile di tutto il ciclo visto che impatta per il 38% circa sul totale dell’impronta carbonica durante l’intera filiera.
1 LA PENTOLA Scegli una pentola larga, versa all’interno una quantità sufficiente di acqua, ma non troppa. Risparmierai così tempo per farla bollire. Copri la pentola con un coperchio affinché i tempi di cottura siano ridotti.
2 IL FORNO Evita il preriscaldamento del forno. Non aprirlo frequentemente durante la cottura e spegnilo qualche minuto prima della fine: sfrutterai così al massimo il calore generato.
3 IL TEMPO Leggi sulla confezione i tempi consigliati per una corretta cottura della pasta. Tempi più lunghi significherebbero dispendio inutile di gas o energia elettrica.
4 GLI UTENSILI Per tagliare o sminuzzare le verdure, oppure grattugiare il formaggio, utilizza strumenti non elettrici. Risparmierai così energia e sarai più ecosostenibile.
5 IL SALE Aggiungi sale solo quando comincia a bollire l’acqua. Il sale, infatti, tende a rallentare il processo di riscaldamento e quindi di bollitura dei liquidi. Oppure potrai aggiungerlo anche solo nel condimento per apprezzare appieno il sapore della pasta.
6 LA PASTA AVANZATA Non buttare la pasta avanzata. Gli avanzi del giorno prima possono trasformarsi in un goloso sformato o in un fantastico timballo.
7 LA COTTURA PASSIVA Spegni il fuoco a metà cottura. Coprendo con un coperchio l’acqua ancora in ebollizione, la pasta continuerà a cuocere anche a fuoco spento.
Secondo l’ultimo rapporto di sostenibilità di Aidepi, dal 2008 i consumi idrici hanno subito un calo del 20% circa, i rifiuti recuperati sono circa il 95% del totale e l’emissione di anidride carbonica corrispondente (CO2) è diminuita del 21% circa. In questo modo l’impatto ambientale della pasta, dalla produzione alla trasformazione fino al consumo, è decisamente basso: 1 mq globale (vale a dire la misura dell’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate durante la produzione) per porzione di pasta e la sua impronta ecologica è minima, appena 150 grammi di CO2 equivalente.
Anche per quanto riguarda il consumo di acqua, la pasta è all’avanguardia. Un piatto di pasta al pomodoro o di lasagne al forno significa fare anche una scelta sostenibile: un pastificio, infatti, per produrre un chilo di pasta usa non più di tre litri d’acqua. Le tradizionali tecniche di produzione utilizzate dalle aziende agricole hanno oggi un limitato impatto ambientale e un’ottima resa qualitativa. La coltivazione del frumento incide in modo marginale sul totale delle emissioni di anidride carbonica, solo per il 37%. Discorso identico per l’imballaggio, (6% di CO2) che è costituito da materiali immediatamente riciclabili come il cartoncino o il classico film plastico. Anche durante la realizzazione del packaging (il pacco di pasta) le conseguenze sull’ambiente sono ridotte: la trasformazione industriale, compresa anche la molitura, si attesta al di sotto del 15% delle emissioni di CO2. Anche la distribuzione si ritaglia una quota minima (4%) dell’impronta carbonica del pacco di pasta.
Questo contenuto fa parte del progetto #PastaYourWay storie di sostenibilità e inclusione sociale